Disponibile dal 22 novembre 2025 in tutti i digital store “BABELE” il nuovo album di Stefano Attuario
- Franco Sainini
- 13 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Prodotto da Max Zanotti. Pubblicato da Terzo Millennio Records
Pre-Salva l’album: https://frontl.ink/gz9pvd4

Dopo i singoli “Insetti”, “Amen” e “Arianna”, Stefano Attuario pubblica “Babele”, il nuovo e atteso album che segna un ulteriore passo evolutivo nel suo percorso artistico.
Prodotto da Max Zanotti (Elephant Man, Deasonika, Casablanca), “Babele” è un viaggio intenso tra poesia, oscurità e redenzione, un mosaico di voci interiori che si intrecciano per costruire un linguaggio sonoro autentico e visionario.
“Babele è una condizione di confusione e disordine, di parole, gesti, immagini, pensieri accumulati nella mia mente che chiedevano libertà in forma scritta e musicale”, spiega l’artista.
“In questa mia personale Babele ho trovato un ordine nel caos, una bellezza nascosta nella dissonanza, dove ogni frammento trova il suo posto in un quadro più grande.”
Concepito come un’opera concettuale, “Babele” esplora le fragilità, le contraddizioni e la necessità di riscatto dell’essere umano contemporaneo.
Le nove tracce che lo compongono delineano una geografia emotiva in cui la parola diventa suono e la musica si fa introspezione.
IL CONCEPT E LE TRACCE
“Insetti” apre il disco con una dichiarazione di ribellione contro l’omologazione e l’indifferenza sociale. Ispirato a “Metamorfosi” di Kafka, il brano denuncia l’assenza di empatia e il bisogno di non arrendersi all’indifferenza.
Segue “Saliva Nera”, un brano di crudezza emotiva che esplora la violenza e la ribellione dentro le mura domestiche, dove dolore e forza convivono.Con “Morfina”, Attuario affronta le dipendenze e le pulsioni autodistruttive della nostra epoca, ispirandosi a Ragazzi selvaggi di William Burroughs.
“Marlene” racconta la fine di una relazione con toni di struggente consapevolezza, una resa poetica che diventa rinascita.
In “30 Denari”, il tradimento diventa simbolo di una ricerca interiore, un cammino doloroso verso la pace con se stessi.
“Iris” si muove in un universo simbolico e visionario, tra specchi, sogni e metamorfosi: un invito ad abbracciare la verità e la crescita personale.
“Arianna” affonda nel mito, reinterpretando la leggenda del filo e del labirinto come percorso psichico di conoscenza e liberazione.
“Amen” è la preghiera laica del disco: un canto di resistenza e fede in se stessi, dove l’arte diventa rifugio e riscatto.
Chiude l’album “Babele”, traccia eponima che sintetizza il senso dell’intero progetto: una riflessione sulla diversità, sulla confusione dell’epoca contemporanea e sulla possibilità di trovare luce anche nel disordine.
UN’OPERA DI LIBERTÀ ARTISTICA
Con “Babele”, Stefano Attuario conferma la sua capacità di fondere parola, musica e immagine in un linguaggio denso di simbolismo e autenticità.La produzione di Max Zanotti plasma un suono potente e cinematografico, dove strumenti acustici e sintetizzatori creano contrasti di luce e ombra.
Il risultato è un album che sfida i confini del cantautorato tradizionale, fondendo rock, darkwave e poesia in un insieme coerente e suggestivo.

NOTE BIOGRAFICHE
Stefano Attuario è un cantautore, scrittore e musicista comasco, autore di un percorso che unisce introspezione poetica, sonorità rock e una forte componente visiva.
Dopo l’esperienza con la band Dinamika (Sanremo Rock 35ª e 36ª edizione ), nel 2023 intraprende la carriera solista.L’incontro con Max Zanotti (Elephant Man, Deasonika, Casablanca) segna l’inizio di una collaborazione artistica stabile, che definisce la sua identità sonora.Nel 2024 pubblica l’album di debutto “Nemesi” (Terzo Millennio Records), accolto con favore dalla critica nazionale e internazionale e premiato per i videoclip diretti da Lory Muratti.
Nel 2025 pubblica i singoli e videoclip “Insetti”, “Amen” e “Arianna”, quest’ultimo accompagnato da un videoclip diretto da Davide Forleo, che anticipano il nuovo album “Babele”.
Parallelamente alla musica, Attuario è autore dei romanzi “Beautiful Day” e “Leggero il peso dell’amore”, oltre a testi poetici come “Morte Amica”, dedicato a David Bowie.
Nel suo percorso, continua a fondere parola e suono in una narrazione personale e visionaria, dove la vulnerabilità diventa potenza espressiva e la musica strumento di rinascita.
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FRANCO SAININI
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